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MINISTORIA ASTRONOMICA 1400-1600

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MINISTORIA ASTRONOMICA 1400-1600

Il Medioevo (476-1492) formalmente compreso tra la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476) e la scoperta dell’America (1492), rappresenta la parte intermedia tra l’astronomia antica e la moderna.  Con la dominazione araba in Spagna, l’astronomia si riveste di nuovi fasti. Infatti è qui che vennero stilate, nel tredicesimo secolo sotto re Alfonso X Re di Castiglia e Leon, le Tavole Alfonsine, uno dei testi più studiati e consultati in tutta l’Europa del tardo medioevo. Dette Tavole Alfonsine sono una  raccolta di tavole astronomiche (dette anche toledane), le prime ad avere grande diffusione, redatte sotto la direzione di Ishak ben Said e Yehuda ben Moshek Cohen nell’anno 1252 per ordine reale.

Il Medioevo, in tal modo, consegnava  agli studiosi del Rinascimento un’immagine dell’universo fortemente radicata sulla concezione geocentrica del sistema tolemaico, dove Luna, Sole, pianeti e stelle apparivano in perenne movimento attorno ad una Terra ferma ed immutabile. Iniziava però a riaffiorare un desiderio di conoscenza e di rinnovamento, che esprimeva una diffusa voglia di abbattere gli antichi dogmi sui quali per secoli si era basata la cultura mediterranea.

Fra la fine e l’inizio del XVI secolo (1501-1600) furono realizzate infatti le imprese dei grandi circumnavigatori della Terra, che oltre a fornire la prova definitiva della sfericità del nostro pianeta, aprirono la strada all’esplorazione del cielo dell’emisfero australe, portando quindi alla creazione di quelle nuove costellazioni che completeranno quella parte della sfera celeste.

La rivoluzione arrivò con Nicolò  Copernico (1473-1543) che sconvolgendo l’intero sistema tolemaico, basato sulla centralità assoluta della Terra, ne introduceva uno imperniato sul Sole. Tutto ciò, sebbene si accordasse alla perfezione con i fenomeni celesti, provocò un terremoto culturale, sociale e filosofico contro quelle convinzioni, ormai radicate da millenni, che alla fine relegarono la riforma copernicana solo ad uso e consumo di alcuni fra gli studiosi di quel tempo.

Tra questi uno in particolare Ticho Brahe (1546-1601), fornì un nuovo modello plane-tario ancora centrato sull’immobilità della Terra, ma con il Sole al centro di un sistema orbitante attorno ad essa. Egli fù inoltre protagonista dell’osservazione di una supernova nel 1572 e della pubblicazione di quel catalogo stellare da cui prese spunto Johann BAYER (1572 – 1625), italianizzato in Giovanni Baier (vedi profilo). Questi infatti nel 1603 pubblicò l’Uranometria, elencando le stelle secondo un’ordine decrescente di luminosità, ed indicandole per primo con le lettere dell’alfabeto greco, seguito poi da Hevelius che disegnerà la prima mappa lunare ed un completo atlante celeste.

Nel frattempo nel 1582 una grande riforma voluta da Papa Gregorio XIII,  al secolo Ugo Boncompagni (1502 (1572)1585), di Bologna che intraprende un’energica azione volta a ricondurre all’unità religiosa i popoli cristiani d’Europa. Si dedica alla riforma della Chiesa Cattolica Romana, impegnandosi nel mettere in pratica le raccomandazioni del Concilio di Trento. Nel 1575 migliaia di pellegrini arrivano a Roma per il Giubileo indetto con la Bolla “Dominus ac Redemptor noster”. E’ il primo anno santo dopo la chiusura del Concilio di Trento. Gregorio XIII si occupa pure di mettere ordine nel sistema della misurazione del tempo introducendo il cosiddetto “Calendario Gregoriano”, che lo introdusse il 4 ottobre 1582 con la bolla papale “Inter gravissimas”, promulgata a Villa Mondragone.tuttora in uso in quasi tutti i paesi del mondo.

Il calendario giuliano precedente al gregoriano, era un calendario solare,  basato sul ciclo delle stagioni. Fu elaborato dall’astronomo greco Sosigene di Alessandria e promulgato da Giulio Cesare, da cui prende il nome, nell’anno 46 a.C. Esso fu, da allora, il calendario ufficiale di Roma e dei suoi domini esuccessivamente il suo uso si estese a tutti i Paesi d’Europa e d’America. Nel calendario giuliano si utilizzano gli anni bisestili per compensare il fatto che la duratadell’anno solare non è data da un numero intero di giorni e il giorno in più si aggiunge dopo il 24 febbraio un anno ogni quattro. In questo modo la durata media dell’anno giuliano risultava di 365 giorni e un quarto (365,25) e la differenza con l’anno solare era, così, di soli 11 minuti e 14 secondi circa, una precisione molto accurata per l’epoca. Questa differenza, pari a circa un centesimo di giorno, si accumulava però col passare dei secoli, per cui la data d’inizio delle stagioni si spostava man mano all’indietro: rispetto all’anno astronomico, ha accumulato un piccolo ritardo ogni anno fino ad arrivare a circa 10 giorni nel XVI secolo. Per questo nel 1582 è stato sostituito dal calendario gregoriano per decreto di papa Gregorio XIII.

L’anno “gregoriano” risulta invece di 365,2425 giorni (contro 365,25) ed è di 10 minuti e 48 secondi più corto di quello giuliano. In questo modo la differenza  dall’anno solare si riduce a soli 26 secondi (in eccesso).

A completare la rivoluzione copernicana contribuirono Johannes Keplero (1571-1630), con la scoperta delle leggi sul moto dei pianeti che portano il suo nome, e Galileo Galilei (1564-1642) che introducendo nel 1610 l’uso del telescopio, inventato nel 1608 dall’ ottico olandese Hans Lippershey (1570-1619), ma confutato da altri pretendenti.  Galilei scoprì i 4 satelliti maggiori del pianeta Giove, le fasi di Venere, le macchie solari e quindi la rotazione del Sole. Erano gli ultimi scossoni al sistema tolemaico, ancora ben radicato nella cultura di quei tempi, tanto che Galileo venne persino tacciato di eresia e confinato ad Arcetri.

Va tuttavia segnalato ( cfr.  in questo sito in Dicipline/Astonomia/Antichità dei mate-matici, dei fisici e degli astronomi) i personaggi  arabi che fin dall’850 avaano costruito e messo in uso sia gli occhiali che dei primi telescopi), solo che il mondo occidentale non ne era informato. Primo tra tutti fu   Abul HASAN Ibn Ishaq (815? – 890),  noto come l’inventore del Telescopio, ben  sette secoli prima di Galileo Galilei (1564 – 1642). Hassan precede al-Biruni (973-1048) e Ibn al Haytham (965 –1039), noto come Alhazen, due altri scienziati musulmani che avevano  già aperto la strada al  telescopio al mondo.

Nel corso di tutto il XVII secolo arrivarono inoltre altre importanti scoperte: nel 1656 l’olandese Christiaan Huygens (1629 – 1695)   scopre il satellite maggiore (Titano) e l’anello di Saturno, seguito da Giovanni Domenico Cassini (1625-1712) , francesizzato Jean-Dominique Cassinì,   che nel 1675 ne avrebbe individuato anche la divisione principale oggi nota con il suo nome, da Geminiano Montanari (1633 – 1687) che avrebbe esaminato la prima stella variabile (Algol), dal danese Ole Christensen Rømer (1644 – 1710)  che sarebbe riuscito a quantificare il valore della velocità della luce ed infine, nel 1681, da Edmund Halley  (1656 – 1742) che calcolò e predisse il ritorno della cometa che porta il suo nome.

Ormai il più era fatto Galileo, con i suoi studi che spaziavano dal Sole ai pianeti, dal moto della Terra al principio di relatività del moto, aveva posto le basi della fisica e dell’astronomia moderne sulle quali ben presto si innestarono le idee di un altro grande studioso Isaac Newton (1642-1727) e sua  legge di gravitazione universale pubblicandola nella sua opera “Philosophiae Naturalis Principia Mathematica” del 1687. Egli, che nel 1668 aveva costruito il primo telescopio a riflessione, introduceva così i concetti di massa e di gravità dando inizio ad una nuova era, che abbandonando definitivamente i modelli e le teorie tolemaiche ed aristoteliche, ampliava i confini dell’osservazione dello spazio fino a tutto il sistema solare.

 

 

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