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Emilio BAJADA (1914-1984)
Emilio BAJADA nacque a Tunisi il 27.1.1914 e morì a Modena il 14.5.1984. Allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa, si laureò nel 1937 con Leonida Tonelli. Vincitore del premio Michel per la migliore tesi di laurea a Pisa, vinse pure (1940) il premio Merlani dell’Accademia delle Scienze di Bologna per i “contributi relativi a questioni di calcolo delle variazioni.
Di Tonelli fu assistente dal 1938 al 1941, quando fu chiamato alle armi. Alla fine della guerra, nel 1945, riprese l’attività a Pisa, tenendo per incarico corsi di Analisi Superiore, Teoria delle funzioni, Analisi matematica e Meccanica razionale. Nel 1948 conseguì la libera docenza in Analisi e nel 1949 si trasferì negli U.S.A., prima a Cincinnati (dove lavorò con Otto Szasz e Charles N. Moore) e poi a Princeton (dove lavorò con Maston Morse).
Nel 1952 vinse il concorso per la cattedra di analisi dell’Università di Palermo. Nella città siciliana insegnò fino al 1961 quando si trasferì a Modena dove diede notevole impulso al rilancio di quell’Istituto di Matematica ed al potenziamento della sua biblioteca e del Seminario Matematico. La sua produzione scientifica conta circa 60 pubblicazioni che spaziano su diversi campi dell’Analisi: equazioni differenziali, serie di Fourier e sviluppo in serie di funzioni ortonormali, topologia delle varietà, analisi reale, calcolo delle variazioni e teoria delle funzioni.
Da Pietro Nastasi
Emilio Bajada nacque a Tunisi il 27.1.1914 e morì a Modena il 14.5.1984.
Allievo della Scuola Normale Superiore di Pisa, si laureò nel 1937 con Leonida Tonelli, del quale fu assistente dal 1938 al 1941, quando fu chiamato alle armi. Alla fine della guerra, nel 1945, riprese l’attività a Pisa, tenendo per incarico corsi di Analisi Superiore, Teoria delle funzioni, Analisi matematica e Meccanica razionale.
Nel 1948 conseguì la libera docenza in Analisi e nel 1949 si trasferì negli U.S.A., prima a Cincinnati (dove lavorò con Otto Szasz e Charles N.Moore) e poi a Princeton (dove lavorò con Maston Morse). Nel 1952 vinse il concorso per la cattedra di analisi dell’Università di Palermo.
Nella città siciliana insegnò fino al 1961 quando si trasferì a Modena dove diede notevole impulso al rilancio di quell’Istituto di Matematica ed al potenziamento della sua biblioteca e del Seminario Matematico.
La sua produzione scientifica conta più di 60 pubblicazioni che spaziano su diversi campi dell’Analisi: equazioni differenziali, serie di Fourier e sviluppo in serie di funzioni ortonormali, topologia delle varietà, analisi reale, calcolo delle variazioni e teoria delle funzioni. . Vincitore del premio Michel per la migliore tesi di laurea a Pisa, vinse pure (1940) il premio Merlani dell’Accademia delle Scienze di Bologna per i “contributi relativi a questioni di calcolo delle variazioni.
Necr.: “Atti del Seminario matematico e Fisico dell’Università di Modena, vol. XXXIII (1984), pp. II-XIV (C. Vinti); “Annuario dell’Università di Modena, 1984, pp. 1-11 (F. Barbieri e C. Vinti).
Ricordo personale di Franco Eugeni.
Nel Novembre 1963, appena laureato, avevo 22 anni, presi servizio come assistente incaricato, alla Cattedra di Geometria, del Prof. Guido Vaona, presso l’Istituto Matematico, dell’Università di Modena. Direttore dell’Istituto era il prof. Emilio Bajada, Ordinario di Analisi Matematica. Il prof. Vaona aveva 43 anni e il prof. Baiada ne aveva 49. Tra i collaboratori del prof. Bajada vi era il più giovane prof. Calogero Vinti, classe 1926, che era Libero Docente, in odore di cattedra, e all’epoca aveva 39 anni. Con entrambi ebbi un ottimo rapporto. Ma la persona che suscitava interesse era proprio Bajada. Oltre agli interessi matematici, e al caffe giornaliero, al quale Vaona ed io eravamo sempre presenti, di Bajada colpiva l’interesse su qualunque cosa fosse intelleggibile. Amava i viaggi ed aveva attrezzato un furgone per i suoi viaggi, con una sorta di fai da se personali. Fui uno dei pochi a vedere il furgona. a casa sua aveva libri sulle cose più disparate, ed anche Vaona, mostrava la sua meraviglia, quando parlando con illustri colleghi di altre dispipline, mostrava di conoscere dettagli delle stesse. Diceva Vaona, ammirato e ironico allo stesso tempo:” … lui ne sa sempre una di più degli altri!” Ricordo una battuta che fece ad un geniale conferenziere su una congettura che il conferenziere aveva avanzato : “Senta ma questa sua congettura è una congettura vera, oppure una congettura falsa?”. Ricordo anche una lezione da lui appresa, dalla quale emergeva anche un alto senso delle gerarchie universitarie. Propose ad un giovane di entrare nel suo staff, casualmente ero sulla porta del suo studio. “Che ne direbbe di collaborare con noi? Per qualche tempo, naturalmente.” – Grazie Professore, vorrei pensarci – disse ingenuamente, il giovane laureato. – “Anche io ci ho pensato, io sono rapido, e non ho più bisogno di lei, graze , può andare!”
Nel 1969 mi trasferii a L’Aquila, presso la Facoltà di Ingegneria di qualla Università. Nel 1971, ero a Bologna ad una mostra di fumetti, nel Palazzo di re Enzo. Di colpo incontrai Bajada. Fu affettuosissimo, mi disse che non aveva mai letto un fumetto in vita sua e per quello era lì. Passammo una bellissima giornata assieme, mi fece fare da Cicerone su tutti i personaggi e i loro autori, andammo a pranzo assieme, e continuammo nel pomeriggio. Per la Matematica mi chiese solo notizie sull’Aquila, città dove non era mai stato. Ricordo la giornata con notalgia. Di Calogero Vinti, parlo nel suo profilo.