1400-1600
MINISTORIA ASTRONOMICA 1400-1600 (vai a)
I PERSONAGGI DELL’ASTRONOMIA 1500-1600
Johann BAYER (1572 – 1625). E’ stato un giurista e astronomo tedesco. Noto anche col nome latinizzato di Giovanni Baiero, fu contemporaneo di Tycho Brahe e autore del primo atlante stellare completo: Uranometria, pubblicato ad Augsburg nel 1603.
Isaac BEN CID (il CID) (1201/1250-1300), Ishaq ben Sid, Rabí Ishâq ben Sid o Rabiçag (nome nelle fonti cristiane) era un astronomo ebreo spagnolo. Eccezionale studioso ebreo della seconda metà del XIII secolo (1201/1250-1300), fece parte della Scuola dei Traduttori di Toledo di Alfonso X il Saggio e tradusse e compose principalmente opere astronomiche e astrologiche, scienze allora indistinguibili. Isaac ben Sid si occupò assieme Yehuda ben Moshek Cohen nell’anno 1252 alla compilazione delle Tavole astronomiche Alphonsine. Si è notato che ci sono le osservazioni di tre eclissi lunari, scritte con la sua calligrafia. Nei documenti ufficiali (De Castro, “Bibliotheca”, i. 184b) Isaac ibn Sid è chiamato dal re “il nostro dotto rabbino Çag.
Yehuda BEN MOSHEK (1210?- 1270?) Cohen (ha-Kohen) visse nel XIII secolo e divenne il medico personale del re Alfonso X di Castiglia. Eccelleva anche come astronomo ed era un importante traduttore e scrittore presso la Scuola di traduttori di Toledo dove tradusse importanti opere scientifiche dall’arabo e dall’ebraico al castigliano. Era il rabbino della sinagoga di Toledo e all’epoca una delle personalità più influenti della comunità ebraica della città. Si occupò assieme ad Isaac ben Sid nell’anno 1252 alla compilazione delle Tavole astronomiche Alphonsine (o di Toledo).
Mario BETTINI (1582-1657), astronomo.
Tycho Brahe (1546-1601) è considerato tra i più grandi osservatori del passato. All’età di 30 anni ottenne dal re di Danimarca la concessione dell’isolotto di Hveen, dove avrebbe costruito “Uraniborg”, l’osservatorio più importante dell’epoca. Fornì un nuovo modello planetario ancora centrato sull’immobilità della Terra, ma con il Sole al centro di un sistema orbitante attorno ad essa. A seguito del passaggio di due comete nel 1577 e nel 1583 dedusse che questi corpi, tanto variabili, si trovassero oltre l’orbita lunare; cominciava quindi a cadere l’idea delle sfere associate al Sole, alla Luna e ai pianeti, come pensava Aristotele, così come cominciava a cadere l’idea dell’immutabilità del cielo stellato]. La fama di Brahe non è legata solo a queste considerazioni, ma soprattutto alle precise osservazioni effettuate con strumenti da lui stesso realizzati. Brahe determinò con precisione la lunghezza dell’anno terrestre, riscontrando l’accumulo di errori dal passato, tanto da rendere inevitabile la riforma del calendario. Riuscì poi a stabilire con una precisione mai raggiunta: l’obliquità dell’eclittica, l’eccentricità dell’orbita terrestre, l’inclinazione del piano dell’orbita lunare e l’esatta misura della retrogradazione dei nodi, scoprendo la non costanza del moto. Infine, compilò il primo catalogo moderno di posizioni stellari con oltre 1000 stelle.
Niccolò Copernico (Mikołaj Kopernik) (1473-1543). Si può ben affermare che l’astronomia moderna cominci da Copernico. Nella sua nuova visione, la Terra orbita intorno al Sole con moto circolare; il moto dei pianeti e le elongazioni di Mercurio e Venere venivano di conseguenza spiegati con estrema semplicità, senza dover ricorrere “all’artificio” degli epicicli e dei deferenti. Il pensiero di Copernico e la sua concezione dell’Universo prese il nome di rivoluzione copernicana e consiste nella teoria eliocentrica del sistema solare. Questa teoria pone il Sole al centro del sistema di orbite dei pianeti e si contrappone a quella geocentrica, che prevedeva invece la Terra al centro del sistema solare.
La rivoluzione copernicana nasceva nel clima filosofico già inaugurato da Nicola Cusano (1401-1464), che fu un cardinale, filosofo, giurista, e astronomo tedesco. che contestando la tesi geocentrica aveva sostenuto come l’universo fosse privo di un centro e di una circonferenza assoluti. Metaforicamente si chiama oggi “rivoluzione copernicana” ogni ribaltamento di sistemi concettuali sino ad allora universalmente accettati.
Galileo Galilei (1564-1642) nel 1609 venne a sapere dell’invenzione del telescopio; dopo essersi documentato, ne costruì uno migliorandone le prestazioni e gli ingrandimenti. Quando lo puntò verso il cielo, le sue osservazioni rivelarono un universo mai visto prima: la Luna aveva una superficie scabrosa, Giove era circondato da quattro satelliti che gli ruotavano intorno, la Via Lattea presentava milioni di stelle, Saturno mostrava uno strano aspetto, mentre Venere aveva le fasi come la Luna. Tuttavia, nel 1632, dopo aver pubblicato il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, nel quale affermava apertamente le sue idee eliocentriche, Galileo fu costretto dalla Chiesa ad abiurare le proprie idee.
Giovanni Keplero (Johannes Kepler) (1571-1630) nel 1600 andò a Praga a lavorare come assistente di Brahe, e due anni dopo venne nominato suo successore. Utilizzò le osservazioni di Brahe e in particolare, studiando l’orbita di Marte, si accorse dell’esistenza di incongruenze tra teoria e pratica; provando e riprovando, Keplero capì che per limitare gli errori di calcolo l’unico modello che potesse spiegare il moto fosse quello ellittico, con il Sole in uno dei fuochi. Con tale deduzione Keplero gettò le basi della meccanica celeste; le tre leggi di Keplero infatti, furono una vera e propria rivoluzione, abbattendo l’ultima barriera ideologica alla radicata convinzione dei moti uniformi e circolari delle orbite dei pianeti.
Kidinnu, o anche Cidena (400-330 a.C) è stato un astronomo, sacerdote e matematico babilonese.
Strabone e Plinio il Vecchio si riferiscono a lui chiamandolo Kidenas o Cidenas.
Kidinnu nacque a Babilonia. Era contemporaneo di Eudosso di Cnido e del suo studente Callippo di Cizico, e capo della scuola astronomica nella città mesopotamica di Sippar, in Accadia (ora Abu Habbah, a sudovest di Baghdad, in Iraq).
È probabile che Kidinnu abbia sviluppato un complesso metodo e delle equazioni per calcolare i movimenti irregolari della Luna e degli altri pianeti, e specialmente del Sole. Poiché non era, come i Greci, convinto della velocità costante dei pianeti fu in grado di ottenere una buona approssimazione dei loro moti. Per il Sole, la velocità angolare apparente è minima in afelio, quando la Terra è più lontana. Partendo da questo dato Kidinnu sviluppò dal “Sistema A” di Nabu-rimanni un metodo più preciso, oggi chiamato “Sistema B”, utilizzato dagli astronomi caldei per descrivere più in dettaglio i moti planetari. Questo sistema utilizzava valori crescenti e decrescenti per fornire la posizione dei pianeti, e qualche volta viene chiamato funzione a zig-zag.
Come lunghezza dell’anno tropico Kidinnu usava il valore di 365 g 6 h 13′ e 43,4”.[2]
Attorno al 383 a.C. Kidinnu ottenne dei valori ancora più accurati dei moti lunari, calcolati prima di lui da Nabu-rimanni. Già da giovane aveva ipotizzato come lunghezza del mese sinodico il periodo di 29.530614d = 29 g 12 h 44′ 3,3”[3], con un errore minore di 1s. Il valore classico di 29.53059414…d è attribuito a lui. Fu confermato poi da Ipparco ed utilizzato da Tolomeo e da astronomi successivi.
Probabilmente introdusse anche il cosiddetto ciclo Metonico di 19 anni nel calendario babilonese. In questo sistema ogni anno aveva 12 mesi lunari, e 7 mesi extra venivano aggiunti nel corso dei 19 anni successivi per bilanciare la differenza tra anno solare e lunare. Il ciclo, con il valore del mese sinodico, fu utilizzato fino al 64 d.C.[2] e poi adottato anche nel calendario Ebraico ed è rimasto in uso fino ad oggi.
Gli astronomi caldei scoprirono anche i cambiamenti del diametro apparente della Luna. Avevano osservato che i valori variavano fra 29′ 30″ e 34′ 16″. I valori oggi riconosciuti sono tra 29′ 30″ e 32′ 55″, dunque estremamente simili a quelli dei babilonesi. Non è ancora stato scoperto se ai caldei fossero note anche le variazioni del diametro solare, che erano certamente conosciute da Sosigene di Alessandria.
Attorno al 314 a.C. Kidinnu, ammesso che fosse ancora in vita, comprese che l’anno sidereo era più lungo dell’anno tropico, e poteva essere al corrente, seppur in modo vago, della precessione degli equinozi. Aprì la via agli accurati calcoli di Ipparco; sembra infatti che l’astronomo greco, che forse lavorò per qualche tempo a Babilonia attorno al 139 a.C., conoscesse il lavoro di Kidinnu. Anche Tolomeo fu influenzato dalle sue scoperte.[2]
Una tavoletta danneggiata in caratteri cuneiformi trovata a Babilonia dice che “ki-di-nu fu ucciso dalla spada” il quindicesimo giorno probabilmente del quinto mese di quell’anno, data che è stata identificata con il 14 agosto del 330 a.C., meno di un anno dopo la conquista di Babilonia da parte di Alessandro Magno. Non è certo se la tavoletta si riferisca proprio all’astronomo.
Gli è stato dedicato il cratere lunare Kidinnu
Giovanni Antonio MAGINI (1555-1617), astronomo.
Eustachio MANFREDI (1674-1799), astronomo e altro.
Simon MARIUS (1573-1624)
SOSIGENE di Alessandria (I Sec (1-100) , astronomo egizio creatore del calendario giuliano (vedi storia tra 1400/1600). Giulio Cesare si rivolse a Sosigene per l’elaborazione del calendario giuliano, sembra su consiglio di Cleopatra. E’ quasi certo che a lui si debba l’introduzione dell’anno bisestile, la cui durata era basata sul ciclo callippico (è il periodo necessario per il verificarsi di 940 lunazioni. La sua durata corrisponde quasi esattamente a 76 anni giuliani, con un errore soltanto di 5 ore e 53 minuti circa). Plinio attribuisce a Sosigene (oltre che all’astronomo babilonese Kidinnu (400-330 a.C)) anche il calcolo dell’elongazione di Mercurio dal Sole.
Pare che l’astronomo fosse molto caro a Cleopatra e che fosse stata proprio la regina d’Egitto a presentarlo a Giulio Cesare. Durante il regno di Cleopatra, Sosigene divenne anche un consigliere della regina.