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Vincenzo Cerulli

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Vincenzo Cerulli, fondatore dell’Osservatorio Astronomico di Teramo, nasce a Teramo il 26 aprile 1859; si laurea, nel 1881, in Fisica presso l’Università di Roma e, quasi subito dopo, si trasferisce in Germania per perfezionarsi nelle discipline astronomiche presso gli Atenei di Bonn e di Berlino.

In questo periodo conosce i più valenti scienziati dell’epoca con i quali inizia una corrispondenza epistolare, ricca di spunti e di idee, che egli manterrà per tutta la vita e che spesso ha assunto il carattere di vera e propria documentazione scientifica.

Tornato in Italia, dopo essere stato per un periodo libero astronomo presso l’Osservatorio del Collegio Romano, istituisce l’Osservatorio Astronomico di Teramo.

Qui Cerulli si dedica alle osservazioni e ai calcoli per circa un ventennio.

Dota la Specola teramana di numerosi strumenti astronomici, considerati per quel tempo all’avanguardia; tra essi il telescopio di Cooke[1], con il quale lo scienziato, nel 1896, effettua le prime osservazioni particolareggiate sulla topografia e sulle variazioni dell’aspetto superficiale di Marte, arrivando ad enunciare la famosa “teoria ottica”.

A quei tempi era accesa la polemica sui “canali” di Marte scoperti da Schiapparelli[2].

Quest’ultimo aveva descritto l’aspetto del pianeta Marte come caratterizzato da numerose linee che si intersecavano, i famosi “canali”; Cerulli sottopone le osservazioni dello Schiaparelli ad un’analisi congiunta sui fattori ottici strumentali e su quelli sensoriali legati all’osservatore e giunge alla conclusione che, sulla base delle caratteristiche ottiche del telescopio utilizzato, l’osservatore compie un’integrazione visiva unendo tra loro macchie scure, e quindi, vedendo configurazioni che non hanno alcuna valenza fisica.

Tale teoria rivela la profondità delle conoscenze critiche del Cerulli sia nelle nuove tecniche di indagine psicologica sia nelle solide basi psico-fisiologiche sulla percezione che costituiscono ancora oggi i fondamenti della “Aerografia critica”.

La conferma di tale “teoria ottica”, peraltro già convalidata da Schiapparelli e da Lowell[3], arriva in seguito alle osservazioni della grande opposizione del 1924; sono dello stesso periodo le indagini che Vincenzo Cerulli effettua sul periodo di rotazione di Venere, confermandone il valore trovato da Schiapparelli.

Ma l’astronomo, seguendo la strada intrapresa da Piazzi[4], si dedica con maggior interesse all’astronomia di posizione osservando asteroidi, comete e stelle doppie, di cui calcola le orbite per mezzo di metodi matematici da lui stesso elaborati.

Il 2 ottobre 1910 Cerulli scopre un nuovo pianetino, cui diede il nome di Interamnia[5], e, nello stesso anno, rintraccia una cometa, che era stata osservata per la prima volta nel 1843 e poi persa di vista.

La sua produzione scientifica è stata ampia e notevolissima, molti lavori sono stati pubblicati, ma la maggior parte è rimasta inedita o, addirittura, in forma epistolare.

Originali sono i suoi metodi di elaborazione di osservazioni fotografiche su lastra e di calcolo delle perturbazioni sia sulle orbite planetarie che su quelle stellari dei sistemi doppi; tali metodi hanno permesso a Cerulli di compiere studi sul calcolo dell’effetto gravitazionale galattico.

Dunque l’astronomo è stato una personalità scientifica di notevole spicco e levatura come osservatore e come teorico sia nel campo dell’astronomia classica sia in quello della nascente astrofisica.

L’elenco delle sue pubblicazioni, già nutrito di per sé, avrebbe potuto essere più vasto se egli avesse reso noti i risultati delle sue ricerche con lo stesso rigore che adoperava per le osservazioni.

Nel corso della sua vita ha ricoperto numerose cariche ufficiali, tra le quali: Presidente del Comitato Astronomico Nazionale e della Società Astronomica Italiana, Vicepresidente dell’Unione Astronomica Internazionale e membro del Consiglio Direttivo della Astronomiche Gesellschaft, professore onorario di Astronomia presso l’Università di Roma, astronomo onorario della Specola Vaticana, socio nazionale della Reale Accademia dei Lincei della Società Italiana delle Scienze.

Proprio a causa di tali impegni, nel 1917, egli dona l’Osservatorio di Teramo allo Stato Italiano.

Muore prematuramente il 30 maggio 1927 a Merate, dove si era recato per inaugurare il locale Osservatorio.

 

[1] vedi Allegato 2 – “La strumentazione dell’Osservatorio”

[2] Giovanni Virgilio Schiapparelli – (Savigliano 1835 – Milano 1910) – Astronomo italiano che si rese famoso per le sue osservazioni sul pianeta Marte.

[3] Percival Lowell – (Boston 1855 – Flagstaff (Arizona) 1916) – Ricco americano , fece costruire, pagando con i suoi soldi, uno dei più potenti osservatori dell’epoca, dotato di un telescopio di 61 cm di diametro. Egli abbraccia con convinzione le teorie di Schiapparelli e le sostiene con diverse pubblicazioni.

[4] Giuseppe Piazzi – (Ponte di Valtellina 1746 – Napoli 1826) – Insigne astronomo realizzò e diede alle stampe un corposo catalogo stellare, fondò due specole, quella di Palermo (1790) e quella di Napoli (1818); scoprì, nel 1801, Cerere, il più grande di una numerosa famiglia di Asteroidi, che rivolvono attorno al  Sole in un’orbita tra i pianeti Marte e Giove.

[5] Interamnia – Antico nome della città di Teramo. Capitale del Praetutium con il nome di Interamnia Praetutiorum. Secondo alcuni storici la fondazione della città è dovuta ai Fenici; essi, giunti nel territorio dove oggi sorge Teramo, che chiamarono “Petrut” cioè “luogo elevato circondato dalle acque“, fondarono un emporio commerciale che con il tempo divenne un centro di riferimento per le popolazioni pretuziane.

II parte

Vincenzo Cerulli (Teramo 1859 – Merate 1927) è stato astronomo e matematico. Esponente di una delle più antiche famiglie abruzzesi, compì i suoi studi presso il Liceo Ginnasio della città di Teramo, dove nel 1876 conseguì la maturità classica. Si iscrisse quindi all’Università di Roma e si laureò in fisica nel 1881. Dopo un tirocinio quadriennale in Germania presso gli osservatori di Bonn e di Berlino, tornò in Italia e frequentò come volontario l’Osservatorio del Collegio Romano, compilando un catalogo di 1291 stelle. Nel 1890 fondò presso Teramo un osservatorio privato, da lui battezzato Osservatorio astronomico di Collurania. Qui, fu autore di molte osservazioni del pianeta Marte, grazie alle quali fu tra i primi sostenitori della teoria (poi rivelatasi fondata) che i famosi canali di Marte, osservati da Giovanni Schiaparelli, non fossero reali ma delle semplici illusioni ottiche. Legò il suo nome alla scoperta dell’asteroide 704 Interamnia, individuato il 2 ottobre 1910 dall’Osservatorio di Collurania, rivelatosi poi uno dei maggiori asteroidi (il quinto per diametro) della fascia principale. Rivestì numerose cariche nazionali e internazionali e fu Presidente della Società Astronomica Italiana.  

[1] Il pianeta Marte – Hoepli, Milano, 1939

  1. Cerulli usa il telescopio di Cooke per effettuare nel 1896 le prime osservazioni particolareggiate sulla topografia e sulle variazioni dell’aspetto superficiale di Marte, arrivando ad enunciare la famosa teoria ottica. Lo Schiapparelli aveva descritto l’aspetto di Marte come caratterizzato da numerose linee che si intersecavano, i famosi canali; Cerulli sottopone le osservazioni dell Schiapparelli ad un’analisi congiunta sui fattori ottici strumentali e su quelli sensoriali legati all’osservatore e giunge alla conclusione che, sulla base delle caratteristiche ottiche del telescopio utilizzato l’osservatore compie un’ integrazione visiva unendo tra loro macchie scure, e, quindi, vedendo configurazioni che non hanno alcuna valenza fisica.

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