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Matematici a Napoli tra fine settecento e l’ottocento

torna a matematici dal 1850 al 1900

Quello che troppo spesso si dimentica e che molti giovani ignorano è il grande impulso culturale che provenne dalla cultura avanzata e riformista che nacque nel Regno di Napoli.

La prima cattedra di Economia assegnata nel mondo fu quella assegnata all’Abate napoletano Antonio Genovesi (1713-1769) che ebbe come collaboratore principale il Principe Gaetano Filangeri (1753-1888), uno del più famosi giuristi della storia d’Europa, corrispondente di Benjamin Franklin e Thomas Jefferson, ancora troviamo tra il loro allievi il teramano Melchiorre Delfico (1744-1835), che durante il decennio francese fu il traduttore della Costituzione spagnola divenuta del Regno di Napoli e transitata in ampie parti nell’attuale Costituzione italiana. Il progresso scientifico sarà più lento.

Il settore  matematico che ci interessa più da vicino. Occorre ordinare i nomi dei più antichi gestori. Esisteva infatti l’Università, sede degli esami di Laurea ed un certo numero di scuole private le cui attività, autorizzate dal Re, erano spesso superiori a quelle dell’Università. 

Tra varie scuole private si distingue ed emerge la scuola di Nicolò Fergola  (1753-1824) che nasce intorno al 1771, e che soppianta, fin dal suo nascere, ogni altra scuola. Era il Fergola di un matematico da considerarsi il capostipite della scuola napoletana, di nome Giuseppe Marzucco (1713-1800) , del quale Fergola prese il posto all’Università alla sua morte nel 1800. Ma si formò anche sotto Francesco Paolo TUCCI (1790-1875), alvatore De Angelis e Ambrogio MENDIA. Si perfezionò con Carlo D’Andrea Tale scuola preparava anche per una matematica applicata alle Scienze dell’Ingegnaria, settore per il quale non vi era una laurea, ma solo una nomina reale ad Ingegnere.

Una seconda generazione di matematici nasce dalla scuola di Fergola e abbiamo tra i tanti: Francesco BRUNO, Luigi de Ruggiero, Vincenzo FLAUTI (1782-1863), Felice Giannattasio, Stefano FORTE, Carlo FORTI, Pietro Schioppa, Giuseppe SCORZA

 

NAPOLI ……

Studiò al collegio di Lucera (Foggia), dove la famiglia si era trasferita, fino a quindici anni; si spostò poi a Napoli con il fratello Vincenzo per prepararsi, presso lo studio privato di Francesco Paolo Tucci e Salvatore de Angelis, alla Scuola di applicazioni di ponti e strade dove entrò nel 1840, tra i primi al concorso di ammissione. Ne uscì laureato nel 1847 e continuò a perfezionarsi in matematica sotto la guida del professor Carlo D’Andrea.

ACHILLE SANNIA (1823-1892)

Allievo del De Angelis, del Tucci e di Ambrogio  Mendia, incaricato, dal 1853, dell’insegnamento della Geometria a tre coordinate, nel 1854 successe al Tucci nell’insegnamento della Geometria descrittiva presso la Scuola di Ponti e Strade. Dal 1856 diresse a Napoli una scuola privata di matematica che, prima del ’60, ebbe maggior prestigio ed efficienza dell’Università. In essa ebbe come collaboratori, fra gli altri, Enrico D’Ovidio e Nicola Salvatore-Dino.

Ordinario nel 1860, con la ricostituzione della Scuola, nel 1864, gli venne riconfermata la nomina e, nell’ottobre dello stesso anno, gli fu affidato l’incarico di vicedirettore fino al 1876 (in realtà, il Governo aveva designato il Sannia quale direttore della Scuola, ma egli protestò affermando che “mai avrebbe accettato questa nomina finché insegnava nella scuola Fortunato Padula, al quale meglio sarebbe spettato tale incarico”). Nominato, nel 1871, ordinario di Geometria descrittiva lasciò la Scuola di Applicazione per l’Università. Resse la Real Scuola d’Applicazione per gli ingegneri, in qualità di Reale Commissario, nel periodo 1887-1890 e un suo busto è oggi conservato nella Facoltà di Ingegneria di Napoli.

Ricoprì varie cariche pubbliche, quali quella di Consigliere e Assessore del Comune di Napoli (1865), di Deputato al Parlamento per il collegio di Morcone (Benevento), di Socio dell’Accademia delle Scienze e della Pontaniana di Napoli, di cui fu Presidente nel periodo 1889-1892, e infine di Senatore del Regno (1890). Sannia godette di grande e meritato prestigio, oltre che di una chiara visione delle esigenze scientifiche e didattiche della Scuola. Una sua prima realizzazione fu una “Scuola di Elettrotecnica” con relativo laboratorio. Sannia, che fu soprattutto un valente maestro, pubblicò anche un trattato di Geometria proiettiva e un assai noto trattato di Geometria elementare in collaborazione con il suo allievo D’Ovidio

Francesco Paolo TUCCI (1790-1875). Nacque a Vignola, ora Pignola (Potenza) il 20 – 6 – 1790 e morì a Napoli il 30 – 6 – 1875. Dal 1813 al ’61 insegnò Geometria e Calcolo in varie scuole sup. di Napoli e fu fra i primi ad elevare un po’ il tono di tali studi colà. In proprio, si occupò specialmente di varie questioni geometriche, fra l’altro della superficie minima limitata da un quadrangolo sghembo, facendo l’erronea congettura che si trattasse di un paraboloide.

Nicola Fergola (1753) – Felice Giannattasio  (1759) – Annibale Giordano (1769) – Vincenzo Flauti (1782)

Achille Sannia (1822) – Giuseppe Battaglini (1826)

Enrico D’Ovidio (1843)

TORINO  Angelo Genocchi (1817) – F.Faa di Bruno (1825) ….Enrico D’Ovidio (1843) da Napoli

Giuseppe Peano (1858) – Corrado Segre (1863) attivi 1888/1890

MILANO  Francesco Brioschi (1824) – Enrico Betti (1823)

Modena
Nel 1797 la Repubblica Cisalpina istituì a Modena la Scuola Militare del
Genio e dell’Artiglieria. Fin dalla sua origine fu previsto l’insegnamento
della geometria descrittiva, quindi a distanza di soli due anni dai corsi tenuti
da Monge a l’École Normale e a l’École des Travaux Publics. Il docente più
rappresentativo fu Giuseppe Tramontini che scrisse ad uso della scuola il
trattato : Delle proiezioni grafiche e delle loro principali applicazioni (Modena
1811). Il pregio di quest’opera sono le applicazioni alla prospettiva, alla teoria
delle ombre e alla costruzione delle volte. Tra gli allievi vi fu Carlo Sereni
(1786-1868) che insegnò geometria descrittiva nella Scuola degli Ingegneri
Pontifici di Ferrara (1817-1819) e poi in quella di Roma. Il suo Trattato di
geometria descrittiva (Roma, 1826) diverrà un classico e fu adottato in varie
scuole. Un altro allievo della scuola, Giuseppe Placci (1784-1852) pubblicò la
prima traduzione in lingua italiana della geometria descrittiva di Monge (1805).

Napoli
Il primo testo italiano di geometria descrittiva sono gli Elementi di geometria
descrittiva di Vincenzo Flauti (1782-1863), pubblicati a Roma nel 1807, ma
composti fin dal 1800, ad uso della Scuola del Genio e dell’Artiglieria di Napoli. L’ insegnante di geometria descrittiva della scuola era Luigi di Ruggiero (1779-1851).

Giuseppe Placci (1784-1852) pubblicò la
prima traduzione in lingua italiana della geometria descrittiva di Monge (1805).
Napoli

Nel 1806 durante il regno di Giuseppe Bonaparte, si ebbe una riforma dell’Università e l’insegnamento della geometria descrittiva fu introdotto tra quelli
della facoltà matematica affidato a Vincenzo Flauti. Nel 1815 uscì a Napoli
l’opera Geometria di sito nel piano e nello spazio, di Flauti, originale sia
nell’esposizione che nell’organizzazione e nella scelta dei temi trattati.
Nel 1811, durante il regno di Gioachino Murat, si ebbe l’istituzione di due
scuole per gli ingegneri: la Scuola di Applicazioni di Ponti e Strade e la
Scuola Militare Politecnica. In entrambe la geometria descrittiva era uno degli insegnamenti fondamentali. Il primo docente della Scuola di Applicazione fu
Francesco Paolo Tucci (1790-1875) autore dell’opera Sulla permutazione dei
piani di proiezione in descrittiva (1823). Con Salvatore D’Ayala curò inoltre
una traduzione italiana del trattato di geometria descrittiva di C. F. Leroy
(1838). Il primo docente della Scuola Militare fu Gaetano Alfaro. Tra il 1813
e il 1815 uscì l’opera in dodici volumi: Saggio di un Corso di Matematiche
per uso della Scuola Politecnica e Militare, a cui contribuì Alfaro per quanto
riguarda la geometria descrittiva.
Torino
La Reale Accademia Militare venne riaperta nel 1816. Il corso degli studi
durava otto anni e la geometria descrittiva era insegnata al quinto anno.
L’Università fu riformata nel 1822 e contestualmente venne istituita la nuova
cattedra di geometria descrittiva affidata a Giorgio Bidone (1781-1839), già
professore di idraulica e direttore dello stabilimento idraulico della Parella.
Restano i registri delle lezioni svolte da Bidone da cui appare la trattazione
parallela analitica e geometrica dei problemi affrontati, come Monge aveva
suggerito.
Pavia
Antonio Bordoni (1789-1860) fu docente di calcolo sublime, geodesia e
idrometria all’Università di Pavia. Non insegnò mai geometria descrittiva, ma
inserì alcuni elementi nelle sue lezioni di calcolo sublime. Tra il 1815 e il 1823
pubblicò quattro memorie e un trattato sulle ombre, penombre, e sulle linee
uniformemente illuminate, contenenti risultati originali.

Attivi 1859

1860: Luigi Cremona (1830) ord. a Bologna –

Giuseppe Battaglini (1826) ord. A Napoli

 Enrico D’Ovidio  (1843-1933) e parallelamente dal maturo Giuseppe Battaglini (1826-1894).

nasce da due personaggi molisani, precisamente Achille Sannia (1822-1892), il suo più giovane allievo  Enrico D’Ovidio  (1843-1933) e parallelamente dal maturo Giuseppe Battaglini (1826-1894). Fu D’Ovidio che nel 1872 si trasferì all’Università di Torino, dove fu anche Rettore, portando nel nord la cultura matematica napoletana, in quell’ambiente ove ebbero a formarsi Giuseppe Peano (1858-1932) e Corrado Segre (1863-1924). La polemica continua tra i due è stata ben documentata nelle documentazioni prodotte da Franco Palladino (1945-2001), uno degli storici per i quali personalmente ho avuto il massimo della considerazione. Da Palladino apprendiamo che Giuseppe Battaglini fu meno fortunato, perseguitato ai concorsi dall’antico professore napoletano Vincenzo Flauti (1782-1863) , un convinto studioso delle opere di Euclide, e dai suoi allievi. Solo nel 1860 Battaglini sarà nominato professore ordinario da Garibaldi, che mise Flauti del tutto in ombra. Noi sappiamo le cose di questo periodo grazie all’opera storica  di Franco Palladino, che a mio avviso rimane uno dei principali ricostruttori della storia matematica d’Italia.  Nello stesso anno di Battaglini sarà nominato professore ordinario direttamente dal Ministro,  il bolognese Luigi Cremona (1830-1903).

La legge piemontese, del Conte Gabrio Casati, datata 13 novembre 1859 n.3725, perfezionò le norme dell’istruzione secondaria esistenti. Le precedenti erano state la legge Boncompagni del 1848 sull’insegnamento secondario e la legge Lanza  del 1857.  La legge 10 ottobre 1867, fu emanata dal Ministro dell’Istruzione Michele Coppino (1822-1891).

[1]  A. Sannia e F. D’Ovidio (1869).  Elementi di Geometria, Ed. Pellerano, Napoli.

[2]  A. Faifofer (1878). Elementi di Geometria, Tip. Emiliana, Venezia.

[3] De Paolis R (1884).  Elementi di Geometria, Torino: E. Loescher.

[4]Enriques F.-Amaldi U (1903).  Elementi di Geometria, Zanichelli, Bologna.

[5] Severi F. (1926-27). Elementi di geometria. Vol. I: pel ginnasio e pel corso inferiore dell’istituto tecnico. Vol. II: pei licei e pel corso superiore dell’istituto tecnico, Vallecchi, Firenze,.

Nel 1886 D’Ovidio e Sannia scrissero il primo vero trattato di Geometria per le scuole italiane.

 

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